Per risolvere il problema nitrati si avvia a conclusione il progetto Denitren

Si avvia alla conclusione il progetto triennale di ricerca DENITREN, promosso dalla Regione Piemonte e realizzato in collaborazione di Environment Park , Politecnico di Torino, Coldiretti Piemonte e Associazione Allevatori Regione Piemonte, finalizzato alla realizzazione di un fotobioreattore pilota per il trattamento di reflui zootecnici (bovini e suini) con microalghe e testato in due aziende zootecniche selezionate in Piemonte.
Il funzionamento prevede che il refluo zootecnico inizialmente stoccato all’interno di un serbatoio di carico, venga filtrato e pompato verso il fotobioreattore, al cui interno “lavorano” le microalghe (organismi vegetali foto sintetici) che utilizzano energia radiante, anidride carbonica e nutrimento rappresentato in particolare da azoto e fosforo, per il proprio metabolismo.


L’attività sperimentale ha evidenziato che nel trattamento dei reflui zootecnici l’alga Chlorellavulgaris ha portato, mediamente, ad una riduzione della quantità di ioneammonio pari a circa il 90%, ad una riduzione dell’azoto inorganico pari a circa il 30% con parziale conversione in azoto organico. L’efficacia del trattamento, a titolo sperimentale, si traduce pertanto in una riduzione della concentrazione di azoto nei reflui e in una maggiore stabilizzazione degli stessi per effetto dell’organicazione dell’azoto restante.
Nel corso di tre anni di sperimentazione, il fotobioreattore pilota è stato inizialmente testato presso Environment Park, quindi spostato presso un azienda di allevamento bovino per 6 mesi (in provincia di Torino) e infine presso un azienda di allevamento suino (in provincia di Cuneo).
Le aziende zootecniche selezionate sono state identificate sia in base alle caratteristiche dell’allevamento (numero di capi, tipologia di stabulazione, presenza di strutture moderne) sia in base alla localizzazione geografica sul territorio piemontese (zone vulnerabili e non vulnerabili da nitrati).
L’attività di analisi per la valutazione dell’efficienza di depurazione sui reflui bovini e suini è stata condotta effettuando inizialmente numerosi test in laboratorio e successivamente effettuando alcuni test su scala pilota in continuo direttamente nel fotobioreattore per la valutazione dell’andamento delle concentrazioni di elementi chimici.
A valle del trattamento è possibile separare il refluo in una frazione liquida più facilmente spandibile e una frazione solida, costituita dalla massa algale, utilizzabile come sotto prodotto ad elevato valore aggiunto.
Le alghe infatti possono essere utilizzate come materiale grezzo per la produzione di biodiesel (in quanto caratterizzate da un elevato contenuto lipidico), oppure utilizzate nell’industria farmaceutica e alimentare (integratori alimentari, creme e trattamenti per la cura del viso), infine essere utilizzate come ammendante agricolo.
Dal punto di vista della gestione dei reflui zootecnici aziendali l’iniziativa sperimentale potrebbe avere futuri sviluppi pratici in termini di riduzione della concentrazione di azoto e maggiore stabilizzazione della sostanza organica; a livello ambientale, il trattamento dei reflui zootecnici attraverso il fotobioreattore consentirebbe di ridurre le emissioni di metano, ammoniaca, protossido d’azoto e anidride carbonica proprio per effetto della maggiore stabilizzazione (Fonte Coldiretti Piemonte)