Chimica industriale: i composti aliciclici

I composti aliciclici rivestono una grande importanza industriale, in particolare dal punto di vista del settore chimico: si tratta appunto di composti che, pur essendo dotati di una molecola con una struttura ad anelli ( a tre o a più atomi di carbonio per la precisione), hanno il comportamento chimico dei composti alifatici. Questi ultimi, infatti, sono di tipo organico e risultano legati tra loro, andando a formare una catena aperta o ramificata (i tipici esempi di tali composti sono senza dubbio gli alcani, gli alcheni, gli alchini e tutti i loro derivati, allargando il discorso in generale agli idrocarburi).

Tornando a parlare dei composti aliciclici, c’è da dire che essi si distinguono di solito in saturi e insaturi. I composti saturi vengono anche detti cicloparaffine o nafteni, mentre i composti insaturi sono conosciuti anche come cicloolefine. Tra l’altro, non bisogna nemmeno dimenticare che la maggior parte dei composti aliciclici si può estrarre dai petroli come i nafteni, mentre altri vengono rinvenuti direttamente nelle piante, tra cui il pinene, il mentolo e la canfora. Un esempio molto interessante che merita un approfondimento è senza dubbio il cicloesano. Quest’ultimo, infatti, trova largo impiego nella chimica industriale come ottimo solvente. La produzione moderna e attuale di polietilene si basa su una reazione di polimerizzazione nella fase liquida che tende a sfruttare proprio il cicloesano come solvente veicolante. In aggiunta, tale composto industriale risulta essere molto utile come materia prima per produrre il nylon 6,6 (un derivato dell’acido adipico).

Le principali reazioni che vengono condotte in questo caso riguardano l’idrogeno e il benzene, con altri composti aromatici che sono sostituiti per essere convertiti nei corrispondenti cicloesani. Gli anelli aromatici sono piuttosto stabili, di conseguenza la reazione pretende delle condizioni di lavoro che si possono definire davvero drastiche. Il catalizzatore più importante è senza dubbio il nichel, mentre l’idrogeno è mantenuto a pressioni non inferiori alle quindici atmosfere.