Produzione industriale: il Fordismo

È il 1913 quando Henry Ford introduce per primo nella sua azienda omonima la catena di montaggio, il tutto in processo produttivo ben standardizzato.

Il nome “Fordismo” deriva proprio dal celebre industriale americano: si tratta, in pratica, dell’insieme di teorie sull’organizzazione della produzione industriale, una risposta importante ai limiti della tecnologia e del primo capitalismo del XIX secolo. Tutto si basa su una crescita illimitata della merce prodotta, degli insediamenti produttivi e delle fabbriche, ecco perché si parla in questo senso di “gigantismo” degli impianti. Inoltre, la stessa catena di montaggio viene a essere configurata come uno scorrimento continuo di ganci e carrelli, anche se poi l’operaio viene ridotto a mero esecutore di gesti ripetitivi, una sorta di servitore delle macchine.


È proprio per questo motivo che il modello è entrato in crisi. I salari migliori e la diversificazione del lavoro non sono stati di aiuto, ma in tempi recenti si è sviluppato il cosiddetto “postfordismo”, agevolato, in particolare, dalla globalizzazione.

Le nuove tecnologie dell’informazione, la maggiore enfasi sui consumatori e la crescente femminilizzazione della forza lavoro hanno consentito il fiorire del nuovo modello, con movimenti di capitale sostanzialmente più fluidi e paesi sempre più divisi dal punto di vista economico.