Archeologia industriale: la pressa di Campi (Genova)

È più di una settimana che Genova e il suo quartiere Campi possono beneficiare del restauro della pressa storica, una testimonianza molto importante di archeologia industriale.

Si tratta di tutto quello che rimane di una installazione di quasi cento anni fa: nel 1914, infatti, le Fonderie e Acciaierie di Campi, le quali facevano capo all’Ansaldo, avevano costruito questa pressa imponente (il peso supera le 12mila tonnellate) e di una potenza mai vista per quel tempo. È qui che si fucinavano a caldo e si spianavano le lamiere d’acciaio, una attività industriale che è durata fino al 1989, anno in cui lo stabilimento è stato costretto a chiudere i battenti.


La rivalutazione archeologica di macchinari come questo ha funzionato ancora una volta. Ora la pressa svetta nella piazza centrale del quartiere genovese e il suo restauro ci racconta con chiarezza qual è stata la storia industriale della città ligure e le sue peculiarità produttive. Dagli archivi fotografici si è potuto capire la conformazione originaria della presa, la quale ha recuperato il proprio colore e le relative decorazioni.

Il reperto in questione fu utilizzato dai circa quattromila operai che lavorarono nell’area circostante, molto attiva nella lavorazione dei laminatori per corazze, travi e lamiere, senza dimenticare le turbine e le produzioni civili.