La Brianza, più precisamente il suo distretto industriale del mobile, potrà beneficiare di un polo appositamente e interamente dedicato alla formazione: il progetto in questione è stato lanciato e perfezionato grazie a una collaborazione strategica, vale a dire quella della FederlegnoArredo (l’associazione che tutela la filiera industriale che va dalla lavorazione della materia prima fino alla produzione di arredamenti) e dell’Associazione Scuole Lavoro Alto Milanese. Di cosa si sta parlando esattamente? In pratica, l’obiettivo specifico è quello di dar cita al cosiddetto “Polo formativo per i mestieri del Legno Arredo”. La denominazione in questione è stata scelta per far comprendere come si darà molta importanza agli insegnamenti e soprattutto al fabbisogno costante di occupazioni da parte delle aziende e delle imprese della filiera.
Impianti industriali
Bologna: il canale Navile tra ambiente e patrimonio industriale
Legambiente e il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna hanno unito le forze e questa collaborazione sta per produrre i suoi primi risultati concreti: in effetti, il prossimo 26 maggio sarà possibile navigare sul canale Navile per scoprire lo stesso e tutte le specie arboree che lo caratterizzano. Il tutto rientra a pieno titolo nel progetto che è stato intitolato non a caso “L’acqua tra passato e futuro”, un modo unico e interessante per scoprire e approfondire il territorio della provincia di Bologna, in particolare quei territori che sono stati sottoposti a una accurata bonifica ambientale. L’escursione, come già accennato, potrà contare soprattutto sul contributo fondamentale del museo emiliano.
A Gorizia si discute di aree industriali ecosostenibili
La Fondazione della Cassa di Risparmio di Gorizia (Carigo per la precisione) è stata la sede odierna per discutere di un progetto davvero interessante: si tratta del cosiddetto Sepa, l’acronimo che sta a indicare le Sustainable and Equipped Productive Areas, il quale avrà anzitutto un carattere internazionale, ma anche e soprattutto una durata di tre anni. Tra gli altri elementi che bisogna senza dubbio sottolineare figurano le nazioni coinvolte, ben sette (l’Europa sud-orientale è la zona maggiormente rappresentata), mentre la focalizzazione dei lavori sarà rivolta a quelle aree industriali che sono attrezzate dal punto di vista ambientale ed ecologico.
Archeologia industriale: il bilancio della mostra di Artespressione
Si è appena conclusa la mostra che la galleria Artespressione di Milano ha dedicato al patrimonio industriale del nostro paese: si è trattato di un evento molto importante e che ha consentito di riflettere sulle opportunità insite in questa forma di archeologia. In effetti, tale mostra era caratterizzata soprattutto da molte immagini fotografiche che personaggi come Angelo Desole, Marcello Modica e Meri Valenti hanno raccolto nel corso degli anni, un racconto molto vivo di un passato che sembra lontano, ma che in realtà è più recente di quanto si possa credere, visto che l’aver dimenticato questi monumenti li ha anche fatti invecchiare più di quanto meritassero.
Una domenica di archeologia industriale presso il fiume Olona
Domenica prossima si avvicina e per chi si troverà dalle parti di Varese potrà essere all’insegna del verde e dell’archeologia industriale: in effetti, il circolo Legambiente di Tradate ha organizzato una giornata all’insegna di iniziative molto interessanti, in modo da aumentare l’interesse nei confronti del fiume Olona. Il programma in questione prevede anzitutto delle escursioni in biciletta e canoa, una opportunità unica per scoprire l’ecosistema circostante, ma non bisogna dimenticare la visita che verrà consentita alla mostra fotografica intitolata “La fabbrica ritrovata, archeologia industriale nella Valle Olona”, il cui allestimento presso l’ex cartiera Alto Milanese di Farignano fa capo ancora una volta a Legambiente e all’Università Popolare di Varese.
Archeologia industriale: un campus formativo in Sardegna
L’iniziativa congiunta del Rotary Club di Cagliari e della Provincia di Carbonia-Iglesias merita senza dubbio un plauso per gli obiettivi che intende perseguire: si tratta, infatti, di un percorso comunitario composto di più discipline che andrà ad affrontare nel dettaglio tutte quelle problematiche che sono legate alla valorizzazione dell’archeologia industriale. Quindi, si sta parlando di un vero e proprio campus per la formazione, con tanto di seminari e corsi da seguire, in modo da dar vita a una vera e propria monografia sull’argomento, più precisamente il patrimonio industriale della regione storica del Sulcis-Inglesiente.
Fano: il primo impianto industriale a olio vegetale
La green economy ha cominciato a espandersi nel nostro paese da troppo poco tempo, ma ormai il settore si è sviluppato in maniera importante: la costruzione di centrali che vengono alimentate da oli vegetali potrebbe essere l’ennesimo passo fondamentale in questo senso. Il settore industriale dovrebbe quindi trarne dei vantaggi di un certo rilievo. L’inaugurazione ufficiale di questa struttura risale a due giorni fa, quando la zona industriale di Bellocchi (ci troviamo a Fano, in provincia di Pesaro), con le biomasse liquide a farla da padrona e l’intera provincia circostante che è destinata a interessarsi a breve. Quali sono le caratteristiche più importanti di questi impianti?
Archeologia industriale: l’area dismessa di Pontecagnano
Pontecagnano Faiano, 25mila abitanti, provincia di Salerno: è in questa parte della Campania che si potrebbe sfruttare l’archeologia industriale nel senso della riqualificazione delle aree attualmente dismesse, un valore aggiunto su cui si fa molto affidamento. Non è un caso che la seconda edizione della mostra fotografica ExArea sia stata dedicata proprio a questo argomento, tanto che l’allestimento vero e proprio è stato individuato nell’ex tabacchificio Centola. Si tratta infatti di uno dei tanti monumenti archeologico-industriali che impreziosiscono il nostro paese e che meritano utilizzi di questo tipo anche in futuro: come accade nella maggior parte dei casi, l’arte ha trovato un posto privilegiato in una struttura che viene definita addirittura “bellissima”, con molte altre esposizioni e mostre a farla da padrona.
Archeologia industriale: Open House riscopre l’ex Opificio Sonnino
Tutti gli appassionati di archeologia industriale di Roma, ma non solo, potranno sfruttare questo sabato una opportunità molto interessante: l’iniziativa Open House ha in programma l’accesso libero all’ex Opificio Sonnino, un edificio che esercita ancora un certo fascino e che ha molta storia da raccontare. Questo stabilimento industriale ormai in disuso sorge nei pressi di Via del Porto Fluviale, tra la Piramide Cestia e Testaccio per intenderci, e forse in molti saranno passati proprio nelle sue vicinanze senza accorgersi della scritta in ferro che ancora campeggia sul fondo giallo, Saccheria Sonnino. Con questo evento, fra tre giorni esatti vi saranno tre ore a disposizione per capire di cosa si tratti effettivamente. La nascita di questo opificio risale addirittura al 1902, anche se nel corso degli anni è stato progressivamente inglobato all’intero isolato, mantenendo però sempre la sua classica destinazione, quella relativa alla fabbricazione della lana.
Archeologia industriale: Cannole inaugura il Museo dell’Arte Olearia
Cannole, piccolo comune di 1.750 anime in provincia di Lecce, celebre soprattutto per le sue masserie, ha fatto parlare di sé per una novità molto interessante che ha a che fare con l’archeologia industriale: in effetti, la cittadina pugliese ha voluto avviare con la massima attenzione questa avventura, una riscoperta importante di un passato non proprio lontanissimo. La giornata di ieri, quindi, è stata caratterizzata dall’inaugurazione ufficiale del Museo dell’Arte Olearia e della Civiltà Contadina, una struttura di estremo interesse e che è stata dedicata alla figura di Ubaldo Villani, politico di spicco da queste parti nel secolo scorso.