Quando si vuole parlare di macinazione associata all’aggettivo “industriale”, si intendono l’operazione o l’insieme di operazioni che ha lo scopo di ridurre le dimensioni di determinate sostanze solide. La macinazione può infatti essere eseguita a secco oppure mediante un apposito veicolo fluido: in questo secondo caso, viene sfruttata in particolare l’acqua, mentre gli altri liquidi, come ad esempio gli oli, vengono impiegati nella preparazione delle pitture. La macinazione a secco, poi, richiede che il materiale sia asciutto in maniera perfetta per evitare che si agglomeri. A seconda del risultato che si vuole ottenere e in rapporto alla natura e alle dimensioni del materiale di partenza, l’operazione a cui si sta facendo riferimento può essere realizzata con una o più macchine e, spesso, con il concorso di alcuni apparecchi classificatori.
Macchinari industriali
Gli impieghi delle spazzolatrici a livello industriale
La denominazione di “spazzolatrice industriale” viene di norma affibbiata a quelle macchine che sono impiegate nelle industrie per la pulitura delle superfici di diversa natura: nell’ambito dell’industria tessile, ad esempio, la spazzolatrice viene utilizzata per praticare su alcuni tipi di tessuti a pelo (quali il velluto, in primis), l’operazione di fissaggio che consiste nell’asportare la polvere, sollevare e poi lisciare il pelo, oppure produrre degli effetti speciali. In questo caso, dunque, la macchina viene ad essere costituita, nella sua struttura essenziale, da spazzole cilindriche che possono operare nel senso della trama, nel senso dell’ordito oppure anche in senso obliquo. Quando invece si ha a che fare con l’industria delle costruzioni in metallo, la spazzolatrice è qualcosa di diverso, più precisamente l’utensile con il quale si effettua la pulizia delle superfici metalliche appunto.
Macchine industriali: i vari tipi di disintegratori
Il disintegratore è la macchina industriale che viene utilizzata per ridurre in polvere più o meno fine dei pezzi di materiale non eccessivamente compatto. Le tipologie possibili sono diverse. Ad esempio, si possono citare i molini a martelli, vale a dire dei disintegratori che agiscono per urto e in cui il materiale viene sostanzialmente sbattuto a grande velocità, da organi giranti, contro la corazzatura della macchina. L’equipaggio rotante viene ad essere costituito da un robusto mozzo calettato sull’albero della macchina, sul quale sono montati dei martelli girevoli sul piano di rotazione dell’albero: inoltre, la forza centrifuga mantiene il tutto in posizione radiale nel corso del funzionamento.
Apparecchi meccanici: gli elevatori a tazze e pneumatici
L’elevatore è l’apparecchio di sollevamento a funzionamento normalmente continuo che si distingue dagli altri a funzionamento intermittente (ad esempio le gru e i montacarichi). Gli elevatori sono specialmente applicati nel sollevamento di materiali sciolti come cereali, farine, polveri o spezzature di minerali, prodotti chimici e quant’altro; si possono però trovare anche degli elevatori che sono adatti al sollevamento di casse, sacche e colli di grandi dimensioni. Le due tipologie che possono essere approfondite sono quella dell’elevatore a tazze e dell’elevatore pneumatico. L’elevatore a tazze viene ad essere costituito da un organo flessibile (fune, nastro o catena) avvolto ad anello chiuso su due o più tamburi e che porta a uguali distanze delle tazze che caricano inferiormente il materiale pescando nel mucchio.
Gli apparecchi utilizzati per la filtrazione industriale
Sono davvero moltissimi i filtri che vengono utilizzati a livello industriale. Un esempio molto interessante è offerto senza dubbio dai filtri per liquidi: in tutti casi, la torbida (il fluido da filtrare) si muove per effetto di alcune forze direttrici, le quali possono essere quella centrifuga, quella di gravità o anche un gradiente di pressione. Di conseguenza, a seconda della natura della forza che provoca la filtrazione stessa, si possono avere: i filtri a gravità, i filtri centrifughi, i filtri a pressione e quelli sottovuoto. I filtri a pressione, in particolare, sono quelli nei quali in genere la torbida viene sospinta mediante una pompa. Nei filtri a pressione, invece, il gradiente di pressione realizzabile è maggiore e consente di accelerare il processo di filtrazione, ma favorisce anche la costipazione del panello che tende a diventare meno permeabile.
Macchinari idraulici: le casse d’aria
Nelle pompe idrauliche a stantuffo, la cassa d’aria serve solitamente a regolarizzare il moto dell’acqua nei condotti. In effetti, in questo tipo di macchinari, l’acqua tende a muoversi con una velocità uguale o proporzionale a quella dello stantuffo stesso; visto che il moto di quest’ultimo è piuttosto vario, ne risulta che l’acqua può essere soggetta a delle improvvise accelerazioni e a forze di inerzia che possono creare delle sovrapressioni o delle depressioni eccessive, con l’eventuale interruzione della vena fluida e il suo successivo ricongiungimento con tanto di urto (si parla in questi casi del cosiddetto “colpo d’ariete”). Per evitare, o almeno attenuare questi pericolosi effetti dell’inerzia delle masse liquide si ricorre alle casse d’aria, le quali sono appunto dei serbatoi, in parte pieni di aria, disposti prima della valvola di ingresso e dopo quella di uscita della pompa idraulica vera e propria.
Tracciatura: gli attrezzi per la lavorazione dei pezzi
La tracciatura, vale a dire l’operazione mediante la quale si riportano sul pezzo greggio di fusione o di stampaggio, o su un pezzo semilavorato, le linee che circoscrivono il pezzo finito, può essere eseguita a mano oppure a macchina: vi sono, dunque, diversi attrezzi di cui dispone il tracciatore stesso per eseguire questa operazione industriale. L’uso generale va a coinvolgere, in particolare, la livella e il filo a piombo per il controllo dell’orizzontalità e della verticalità, senza dimenticare il goniometro o rapportatore per la misura degli angoli e le righe di precisione. Gli attrezzi di precisione, invece, si possono sostanzialmente suddividere in tre gruppi distinti: si tratta, nello specifico, degli attrezzi per l’appoggio e il fissaggio del pezzo, gli attrezzi per la tracciatura vera e propria e gli attrezzi per la puntinatura.
Macchinari industriali: la strozzatrice
La strozzatrice è una delle principali macchine utensili a livello industriale, utilizzata solitamente per realizzare la relativa operazione di strozzatura: in essa, il moto di lavoro, in direzione verticale, è dato all’utensile stesso, mentre i moti di alimentazione sono dati al pezzo, sostenuto da un gruppo di slitte disposte in maniera orizzontale. La macchina è destinata quindi a creare delle superfici piane, oppure, più generalmente, sagomate. Per poter eseguire un numero maggiore di scanalature in un foro secondo una divisione di tipo equiangolare, o in alternativa anche fori a sezione quadrata ed esagonale, occorre dotare la macchina di un divisore portapezzo.
Il sistema industriale della fotolitografia
La fotolitografia è il sistema che sfrutta il metodo fotografico per produrre su una piastra litografica di pietra o di metallo una immagine atta alla stampa. I vari metodi di fotolitografia possono essere suddivisi sostanzialmente in positivi e negativi. Il metodo positivo, anzitutto, prevede la preparazione di una superficie di pietra o metallo, andandovi a cospargere sopra un collodio bicromato, in genere a base di albumina, colla di pesce, gomma arabica e alcoli polivinilici.
Rettificatrici industriali: le macchine centerless
La centerless non è altro che la rettificatrice industriale senza centri, una macchina speciale che, contrariamente alle sue “colleghe” tradizionali, non richiede alcun organo di fissaggio dei pezzi e di centraggio assiale degli stessi con le contropunte. Il macchinario in questione, quindi, viene impiegato soprattutto per i pezzi di forma semplice o di piccolo diametro, i quali non si prestano alle rettificatrici comuni. In effetti, un pezzo cilindrico lungo e di piccolo diametro non può centrarsi sulle contropunte, dato che, per la pressione esercitata dalla mola in lavoro, tenderebbe a flettersi; ugualmente, un pezzo cilindrico ma corto non può fissarsi fra le contropunte perché lascerebbe poco spazio utile per le manovre.