Il nome fa già capire di cosa si sta parlando: il brand “Fiducia nel tessile”, nato vent’anni fa grazie al contributo dell’associazione internazionale Oeko-Tex, ricomprende diverse agenzie di rappresentanza e uffici europei e giapponesi, con l’obiettivo di dar vita a dichiarazioni di conformità per quel che riguarda l’industria tessile. La locuzione vera e propria è in inglese, “Confidence in textiles”, ma è anche conosciuto come standard della Oeko-Tex. Entrando maggiormente nel dettaglio di questa certificazione molto cara al marketing ambientale e territoriale, c’è da dire che si tratta di una serie di test e di schemi di accreditamento per verificare quali sostanze sono presenti all’interno dei tessuti, con l’intento di evitare qualsiasi tipo di elemento dannoso e nocivo.
Prodotti industria tessile
Industria tessile: l’operazione di sgommatura
L’industria tessile vanta una serie di operazioni davvero molto ampia: anche la cosiddetta “sgommatura” ha una sua rilevanza, quindi merita un approfondimento dettagliato. Si tratta del lavaggio che viene effettuato ed eseguito sui filati o anche sulle pezze di seta, il passo immediatamente precedente al candeggio e alla tintura vera e propria, magari più famose ma sempre sullo stesso piano. L’obiettivo di tale procedimento è quello di eliminare del tutto la sericina (una delle due proteine del filo di seta: l’altra è la fibroina) che di solito unisce i fili che vanno a costituire ogni tipo di fibra tessile.
Scafati, tutto pronto per la reindustrializzazione dell’ex area Copmes
L’ultimo consiglio comunale di Scafati ha avuto una importanza fondamentale per quel che concerne il futuro economico della città campana: il comune salernitano ha infatti dato il proprio via libera definitivo, avvalendosi della convenzione con la società Scafati Sviluppo, all’affidamento della nuova industrializzazione dell’ex area Copmes. Di cosa si tratta esattamente? Entrando nel dettaglio di tale progetto, occorre precisare che si dovrebbe provvedere a realizzare una sorta di polo produttivo piuttosto strategico. In pratica, l’obiettivo principale è quello di accogliere idealmente le nuove strutture industriali che sorgeranno in questo stesso punto, oltre a un importante centro direzionale.
Industria tessile: la canapicoltura e l’ammorbidatrice
Coltivare la canapa al giorno d’oggi nel nostro paese è davvero complicato, soprattutto se si fa riferimento all’industria tessile: in effetti, questo settore punta soprattutto a ricavare la fibra di questa pianta, ma il procedimento è davvero molto articolato. In pratica, occorre pettinare, stigliare e filare la fibra in questione e per tale scopo si sfruttano dei macchinari industriali che sono costruiti per il lino e poi adattati in maniera opportuna. La raccolta in campo e la prima trasformazione della canapa per l’utilizzo tessile vanno quindi perfezionati. In aggiunta, non bisogna dimenticare che le ricerche dell’industria di riferimento sono ancora molto attive per quel che riguarda la macerazione in acqua e l’asciugatura attraverso delle rotoballe.
Industria tessile: la fase di apprettatura
L’apprettatura è una delle operazioni principali che fanno capo all’industria tessile. In effetti, essa consiste essenzialmente nel trattamento dei tessuti: l’obiettivo che si intende perseguire in questo senso è il miglioramento dell’aspetto estetico (il tipico esempio è quello della lucentezza), o di altre particolari caratteristiche come l’impermeabilità. Le sostanze che sono usate e sfruttate a questo specifico scopo prendono il nome di “appretti”. Si tratta di sostanze naturali, in primis l’amido, le colle vegetali e la cera, ma anche sintetiche (acetati, resine acriliche, esteri di cellulosa e molte altre con le medesime caratteristiche). La fase industriale in questione precede quella di imprimitura, vale a dire quella che consente alla superficie del tessuto di divenire adatta per essere dipinta.
Industria tessile: il funzionamento dell’orditoio
L’orditoio è la macchina che viene impiegata per eseguire l’azione quasi omonima, l’orditura. Si tratta di un’attività tipica dell’industria tessile e che consiste nell’avvolgere i fili di ordito (disposti nel verso della lunghezza del tessuto stesso) su un sostegno che è costituito da un corpo di forma cilindrica (subbio), il quale viene poi portato sul telaio in cui avviene la tessitura vera e propria. L’orditoio, per l’appunto, è formato di solito dalla cantra e dall’orditoio propriamente detto. La cantra è formata anch’essa in una maniera piuttosto particolare; in effetti, la sua costituzione prevede una incastellatura che può portare da duecento a mille rocche, da cui si dipartono i fili che devono essere avvolti sul subbio.
La struttura industriale dei maglifici
Il maglificio è la struttura industriale in cui sono fabbricati i tessuti e gli indumenti a maglia: gli indumenti in questione possono essere realizzati in serie in tre modi diversi, vale a dire per sagomatura mediante un apposito taglio, per sagomatura eseguita direttamente dal telaio e per sagomatura eseguita in parte attraverso il telaio e in parte mediante il taglio. Gli indumenti che sono tagliati vengono ricavati sostanzialmente da pezze tubiformi di tessuto a maglia realizzate su telai o su delle macchine per la maglieria. Il tessuto tubolare, inoltre, prima di essere tagliato a dovere, deve subire le varie operazioni di apparecchiatura (quest’ultima consiste nella lavatura, sbianca tura, tintura, asciugatura, stiratura e lavorazione del pelo). Il taglio stesso viene posto in essere in serie, andando a ricavare le parti degli indumenti da dieci-quindici strati che sono sovrapposti tra di loro per quel che concerne il tessuto.
Industria tessile e della gomma: la spalmatrice
La spalmatrice è la macchina industriale che viene utilizzata e impiegata per l’impermeabilizzazione dei tessuti: appare quindi scontato come il settore di riferimento in questo caso sia quello tessile. Come funziona esattamente questo macchinario? Anzitutto, bisogna precisare come la spalmatrice sia in grado di perfezionare e migliorare la stratificazione di una soluzione di gomma in benzina, oppure in benzolo sulla superficie di un tessuto. Lo spessore che riesce a raggiungere lo strato di soluzione può essere fissato regolando in maniera opportuna la distanza fra un cilindro e un coltello che viene disposto in modo parallelo rispetto alla generatrice del cilindro stesso.
Industria tessile: i processi del raion
Il raion è una delle fibre tessili artificiali più conosciute quando si parla di quelle che vengono ottenute dalla cellulosa. L’industria in questione viene fondata su tre processi specifici: il processo alla viscosa, quello all’ammoniurio di rame e quello dell’acetato. Il processo alla viscosa consiste in pratica in diverse operazioni. Si parte anzitutto con l’allestimento del cartone di cellulosa, passando poi alla mercerizzazione della stessa per ottenere la cosiddetta sodio-cellulosa.
La realizzazione del filato di cotone pettinato
Il filato non è altro che un insieme di fibre tessili unite, disposte in maniera parallela e ritorte in modo da formare un filo continuo da adoperare poi per la confezione di tessuti o altre applicazioni: una delle tipologie più interessanti è sicuramente quella del filato di cotone pettinato. Come lo si ottiene di preciso? La prima fase di questa procedura consiste nella cosiddetta “mischia”: in pratica, si punta a ottenere un filato che risulti sempre perfettamente omogeneo, distendendo moltissime balle di cotone sul pavimento e prelevando da esse le falde da immettere in una grossa macchina. Poi, il cotone viene inviato alle macchine di apertura. La seconda fase è proprio quella dell’apertura e consiste nella scomposizione dei fiocchi di cotone, una operazione necessaria per liberare gli stessi dalle eventuali impurità.