È stata inaugurata proprio ieri a Savona la seconda tappa della mostra itinerante “Arte nel Triangolo Industriale”: si tratta di una iniziativa che è stata promossa dal Movimento Arte del XXI Secolo, associazione che punta a conferire all’arte stessa nuovi valori e significati, insieme alla Galleria Falzone di Milano. In pratica, si è deciso di dedicare tale evento alle migliori pitture di questi primi tredici anni del nuovo millennio. Da cosa deriva il nome così particolare? Entrando maggiormente nel dettaglio, la prima tappa si è svolta a Milano lo scorso 16 febbraio, mentre quella conclusiva avrà luogo il prossimo 26 marzo a Torino.
Produttività industriale
La fabbricazione del vetro acrilico o plexiglas
Il vetro acrilico o plexiglas si ottiene con dei processi di lavorazione industriale abbastanza complicati e da diverse ricette: gli “ingredienti” in questo caso sono il gas naturale e l’ammoniaca, come anche l’acido prussico e l’acetone, il metanolo e l’acido solforico, ma le combinazioni sono davvero svariate. Dall’insieme dei nomi scientifici delle sostanze che compongono il prodotto finito deriva poi il nome in questione. Il mercato mette a disposizione una grande varietà di tipi e di forme di questo materiale. Tutti i vetri acrilici sono assolutamente infrangibili.
Caltanissetta: la difficile situazione di Moncada e Lo Cascio
Sono senza dubbio il settore metalmeccanico e quello dell’impiantistica che stanno soffrendo enormemente in Sicilia: le industrie in questione stanno riservando brutte sorprese anche a quelle imprese che si possono definire solide e in buono stato di salute, tanto è vero che perfino queste ultime sono ora costrette a licenziare o ad adottare la mobilità per i loro dipendenti. Entrando maggiormente nello specifico, la situazione che preoccupa di più è quella relativa alla città di Caltanissetta. L’industria metalmeccanica non vive il suo miglior momento e lo stanno capendo bene due nomi importanti in questo senso come Lo Cascio, società attiva nella zona industriale e celebre per i suoi serbatoi, fondi bombati e lamiere, e Moncada.
Tunisia: mille aziende turche nella zona industriale di Ennahli
Mille e non più mille aveva affermato Gesù secondo la tradizione nei Vangeli apocrifi: una frase che può andare più che bene anche per quel che riguarda la nuova zona industriale di Ennahli, in Tunisia: ci troviamo, infatti, nella zona settentrionale di Ariana, città non distante da Cartagine, in cui verranno avviate per l’appunto le attività produttive che riguardano mille aziende di nazionalità turca. L’area in questione si estende per ben cento ettari e, a regime , sarà in grado di dare lavoro e occupazione a più di venticinquemila persone.
Le aziende giapponesi si affidano ai complessi industriali di Cambogia e Myanmar
Grazie soprattutto ai bassi costi del lavoro e alla prossimità ad altre nazioni del Sud-Est asiatico, un numero crescente di società giapponesi sta operando nei complessi industriali della Cambogia e del Myanmar. Un esempio molto interessante in questo senso è offerto dalla Phnom Penh Special Economic Zone, situata nella capitale cambogiana, da cui prende appunto il nome. Si tratta di un distretto da 360 ettari, il quale è stato aperto e inaugurato nel 2008 e che è attualmente gestito da una joint venture composta da investitori locali e nipponici. Alcune delle compagnie in questione vantano anche operazioni di rilievo.
Regno Unito e India stanno progettando un nuovo corridoio industriale
Il rapporto tra la Gran Bretagna e l’India è ancora molto stretto: ne è una chiara conferma l’ultimo annuncio del premier britannico David Cameron, il quale ha reso nota la costruzione di un nuovo e ambizioso corridoio industriale. In pratica, si tratta del collegamento che andrà a riguardare le città indiane di Mumbai e Bangalore, tra le più importanti in assoluto per quel che concerne la nazione asiatica. Il progetto infrastrutturale a cui si sta facendo riferimento promette molto bene. Non è stata casuale la visita di tre giorni dello stesso Cameron in India: come è stato sottolineato, non saranno solamente le due città ad essere associate, ma anche le strade, le ferrovie, i collegamenti relativi al settore delle telecomunicazioni e anche le zone economiche speciali.
Rivoluzione Industriale: i metodi aggressivi dei giovani Stati Uniti
Sui libri di scuola si è sempre evitato di parlare di una caratteristica ben precisa della rivoluzione industriale degli Stati Uniti, la loro aggressività. Volendo essere più precisi, l’attuale prima economia al mondo era nel XVIII secolo una nazione giovane e con una industrializzazione piuttosto nuova, ma la si poteva anche dipingere come un focolaio di pirateria intellettuale e di contrabbando tecnologico. Tutto questo era particolarmente vero nell’ambito dell’industria tessile, visto che gli americani erano soliti acquistare sia i macchinari che i macchinisti più dotati violando apertamente le leggi britanniche relative all’esportazione e all’emigrazione.
Terni: convenzione tra Arpa Umbria e Istituto Tecnico Industriale Allievi
La settimana che si conclude oggi è stata decisiva per siglare una importante convenzione che ha dei risvolti interessanti per l’Umbria: in effetti, la Sala del Consiglio della Provincia di Terni ha ospitato le parti di questo stesso accordo, vale a dire l’Istituto Tecnico Industriale Lorenzo Allievi del capoluogo umbro e l’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) locale. L’obiettivo è stato quello di rendere formale una serie di iniziative e appuntamenti utili per rendere più semplici le scelte professionali degli studenti di questa scuola ternana, il tutto attraverso una conoscenza accurata e diretta del mondo del lavoro, senza dimenticare gli approfondimenti relativi alla realtà territoriale in cui vivono.
Turchia: l’inquinamento industriale della città di Samsun
Samsun, città turca che sorge lungo il Mar Nero, è stata spesso giudicata come una delle migliori località al mondo per quel che concerne la qualità dell’aria: purtroppo, però, bisogna usare il passato, visto che la popolazione locale è aumentata fino a quasi 1,5 milioni di abitanti e sta lottando strenuamente contro l’inquinamento provocato dalla rapida industrializzazione, dall’urbanizzazione mal pianificata, dalle strade troppo strette e dalla crescita delle costruzioni immobiliari. Le condizioni sono piuttosto eloquenti, tanto è vero che questo stesso inquinamento raggiunge i suoi livelli più alti specialmente nelle ore serali.
Le difficoltà dell’industria americana dell’acciaio
L’industria americana dell’acciaio continua a vivere un momento piuttosto difficile: il motivo è presto detto, i salari del settore sono molto bassi e le condizioni lavorative non proprio eccelse consentono agli altri paesi di produrre questa lega metallica e di esportarla a costi decisamente più bassi. Secondo Mark Glyptis, a lungo numero uno della United Steelworkers presso lo stabilimento di Weirton ha affermato come il momento storico attuale sia caratterizzato da un profondo cambiamento, visto che si sta passando da una compagnia siderurgica completamente integrata a un impianto per la lavorazione dello stagno.