La ripresa si allontana dal mondo industriale italiano

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Nonostante le periodiche, ma temporanee, ventate di ottimismo che sembrano filtrare attraverso alcune istituzioni politiche e finanziarie del nostro paese, la realtà italiana dell’industria appare oggi sempre più lontana dalla sperata ripresa economica. 

Cala la produzione delle industrie italiane ad agosto 2013

Negli ultimi mesi sono infatti andate ad aumentare le chiusure, le ristrutturazioni e le cessazioni industriali, complicando e deprimendo ulteriormente il quadro nazionale delle attività produttive, già molto provato dalla crisi. A fine ottobre, ad esempio, ultima di una lunga lista, è arrivata la notizia della chiusura dello stabilimento produttivo della Marcegaglia Buildtech di Taranto, la storica azienda dell’ex presidente di Confindustria.

Ma le situazioni a rischio nel comparto industriale italiano sono molto più numerose e spesso interessano anche nomi storici dell’imprenditoria del paese o solidi gruppi internazionali.

Industria italiana superata da quella spagnola

Presso il Mise, ad esempio, il Ministero dello Sviluppo Economico, sono attualmente aperti più di 200 tavoli di crisi, in cui si cercano strade per salvare ancora il salvabile o agganciare i mali minori. Una situazione che si è venuta per lo più a formare negli ultimi nove mesi, grazie ad una crisi dell’industria italiana che ha colpito e continua a colpire sia le attività produttive impiantate nel Nord Italia che quelle presenti al Sud, investendo tutti i settori produttivi.

Per fare un rapido bilancio, le statistiche dicono che negli ultimi due mesi ben 5 mila posti di lavoro nel settore industriale italiano sono diventati a rischio a causa di pesanti ristrutturazioni interne agli stabilimenti o chiusure definitive.

Tra le aziende che saranno nel breve periodo interessate da un’opera di ristrutturazione – o lo sono state da poco – vi sono ad esempio Sangemini, le Acciaierie Beltrame, De Tomaso, Mivar, Plasmon, Vestas, Mercedes Benz Italia e Ideal Standard.