La levigatura delle macchine industriali

Per la levigatura sulle macchine utensili industriali si possono sfruttare vari metodi. Ad esempio, una delle opzioni di scelta riguarda l’utilizzo di polveri abrasive, vale a dire le stesse che sono indicate e consigliate per la lavorazione di tipo manuale: i pezzi che dovranno essere levigati, quindi, devono essere sfregati su dei dischi piani o tra di essi, per essere poi lavorati nella maniera più accurata possibile in serie di tre come i piani di riscontro. Nella maggior parte dei casi, poi, questi stessi piani sono realizzati in ghisa dolce, rame, piombo, ma non si devono dimenticare nemmeno le sostanze plastiche.

A questo punto, si procede con un’altra operazione, vale a dire la realizzazione dell’impasto tra le polveri e il petrolio, con il contenuto in cui sono presenti delle piccole percentuali di olio di colza (molto sfruttato in ambito agricolo), di lardo o anche di paraffina. Per riuscire a lavorare quei metalli che invece sono molto dolci si preferisce di solito l’acqua. Il numero dei giri dei dischi deve essere molto basso in questo caso, al massimo compreso tra i cento e i centoventi, così da poter evitare che i pezzi giungano a un riscaldamento eccessivo nel corso della lavorazione. Questa tipologia di sistema, inoltre, viene usato in modo molto comune per andare a lavorare le lenti e talvolta anche per preparare i provini metallografici.

Altri utilizzi, poi, si riferiscono alla levigazione dei fori, per i quali è richiesto, in particolare, l’utilizzo di polveri abrasive, delle pietre abrasive con impasto dolce e degli abrasivi di grande finezza. Queste pietre sono portate da un’apposita testa che viene introdotta nei fori con un moto elicoidale di passo rilevante e con una velocità che è pari a circa due metri al secondo. Le pietre, infine, sono spinte verso l’esterno dalla forza centrifuga vincendo l’azione antagonista di una molla (il tipico esempio è quello dei cilindri nei motori a scoppio).