Il successo delle FS: Delta Air Lines entra in Alitalia

“Un ottimo successo l’ingresso di Delta Air Lines con il 10% nel capitale di Alitalia”, si può definire così la decisione, tutt’altro che scontata, della compagnia aerea americana di partecipare al rilancio della compagnia di bandiera italiana. Un rilancio che stanno mettendo in piedi le Ferrovie dello Stato.

FS Delta Air Lines Alitalia

Come riporta Gianni Dragoni, in un articolo pubblicato su Il Sole 24Ore, dal titolo “Alitalia, dopo il no di easyJet servono altri soci. Salvataggio in salita”, è stato l’amministratore delegato delle FS, Gianfranco Battisti, a portare a casa questo risultato.

La trasferta, dell’ad Battisti negli Stati Uniti nel weekend, a conclusione di un negoziato impegnativo con l’ad di Delta, Ed Bastian, ha fruttato l’ingresso di Delta Air Lines come partner industriale.

Scrive Dragoni nel suo articolo: “La partecipazione di Delta, dice una fonte vicina alle trattative, potrebbe eventualmente in futuro salire fino al 49% (direttamente o attraverso altre compagnie partner) se nei prossimi anni Alitalia avrà dei risultati positivi. Ma prima di poter pensare a questo, bisogna completare il piano industriale e l’assetto societario di partenza dell’ipotizzata “newco”, la nuova Alitalia”.

Alitalia può quindi ripartire. Ferrovie dello Stato può procede con l’attuazione del progetto che prevede la realizzazione di un piano di salvataggio per Alitalia entro fine mese, data fissata dal governo italiano.

All’interno di questo consorzio per la “newco” Alitalia c’è anche il ministero dell’Economia con una quota massima del 15%.

“Il Mef – scrive Gianni Dragoni – convertirebbe in capitale una parte del prestito statale di 900 milioni concesso ad Alitalia dopo il commissariamento. Un prestito che oggi Alitalia non ha le risorse per restituire (alme no non per intero) e infatti la scadenza del rimborso è stata prorogata più volte, l’ultimo rinvio è al 30 giugno prossimo. La nuova compagnia per partire avrebbe bisogno di una dotazione di capitale dell’ordine di 900 milioni-un miliardo, a titolo indicativo”.

I pacchetti di questi tre soggetti arrivano al 55% del capitale ma per concludere l’operazione manca ancora un 45% che dovrebbero sottoscrivere altri soggetti disponibili.

Dragoni fa sapere che “Si sono detti indisponibili in modo netto l’Eni di Claudio Descalzi, Leonardo-Finmeccanica di Alessandro Profumo, la Cdp di Fabrizio Palermo”.

“Ci sono altri contatti in corso – si legge nell’articolo – , con altre società dell’area pubblica. Le Poste di Matteo Del Fante non hanno escluso nettamente di poter partecipare, ma neppure hanno aderito. E’ stata sondata anche la Fincantieri, l’a.d. Giuseppe Bono è salito nei mesi scorsi nell’operazione ricostruzione del ponte autostradale di Genova crollato il 14 agosto, guadagnando visibilità e consensi politici. Ma sarebbe più difficile per un gruppo che costruisce navi ed è quotato in Borsa giustificare davanti ai soci e ai finanziatori la partecipazione azionaria in una compagnia aerea, peraltro reduce da perdite croniche. Altri tentativi sarebbero stati fatti con società partecipate da Cdp, come Fintecna e il fondo Quattro R. Probabilmente verranno sondati anche gruppi privati. Adesso sembra questa la parte più difficile dell’operazione. L’obiettivo delle Fs è arrivare al traguardo prima di Pasqua (21 aprile)”.

Dopo la sinergia Delta Air Lines-Ferrovie dello Stato, si attendono le prossime quota di capitale per far decollare Alitalia.