Campello sul Clitunno, comune della provincia di Perugia con appena 2.500 abitanti, ma anche un nome strettamente legato a due elementi molto interessanti: le sorgenti del fiume Clitunno e l’omonimo Tempietto, probabilmente il monumento tardo antico più importante dell’Umbria. Della città si parla ora anche in prospettiva economica, visto che si è appena aperto il confronto con gli imprenditori del posto per dar vita a un serio intervento di riqualificazione dell’area industriale. C’è un intento ben preciso da questo punto di vista, vale a dire una maggiore dignità per il territorio e l’ammodernamento delle imprese campelline.
zona industriale
Pontassieve: la riqualificazione della zona industriale di Via Lisbona
Una delle zone industriali più importanti della provincia di Firenze è quella di Via Lisbona, a Pontassieve per la precisione: non è un caso, infatti, se si sta pensando a una riqualificazione ambientale di questa stessa area, con la settimana che inizierà dopodomani che sarà decisiva per l’avvio del cantiere. Si tratta di un progetto che rientra a pieno titolo nel bando della Regione Toscana per i finanziamenti destinati alla riqualificazione di quelle aree utilizzate per gli insediamenti produttivi. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che sono stati stanziati 820mila euro a fondo perduto, denaro che sarà utile e prezioso per trasformare letteralmente Via Lisbona. L’obiettivo è quello di dar vita a una sorta di via “verde”, con tanto di piante e una maggiore qualità del paesaggio urbano, senza dimenticare il giardino pubblico, anch’esso da migliorare in molti aspetti.
Regione Lazio: il piano per la zona industriale di Santa Palomba
Santa Palomba è una delle zone urbanistiche più periferiche della parte meridionale di Roma: essa è salita agli onori della cronaca anche nel 2008, quando, a causa della grave crisi economica scoppiata poco tempo prima, molte aziende locali hanno deciso di chiudere i loro stabilimenti e di trasferire le sedi all’estero. A distanza di tempo, si torna a parlare della medesima area per una decisione che è stata adottata dal Consiglio Regionale del Lazio. In pratica, è stata fornita la necessaria approvazione a una variante del piano regolatore per quel che riguarda la zona industriale della stessa Santa Palomba. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che la zona in questione ricomprende quattrocentomila metri quadri aggiuntivi che devono essere destinati all’installazione di nuove attività produttive, una necessità che si è venuta a far sentire soprattutto negli ultimi tempi.
Lecce, entra nel vivo il progetto per la zona industriale
I principali settori industriali della città di Lecce sono soprattutto quello agricolo (cereali, olio e vino), quello dell’artigianato e quello dell’edilizia: la zona industriale del capoluogo pugliese è al centro di grandi attenzione proprio in questo momento, visto sono stati avviati i lavori per il nuovo asse di spina. Si tratta di un progetto piuttosto interessante e che prevede come obiettivo principale quello di recuperare dal punto di vista funzionale l’insediamento produttivo. I lavori veri e propri verranno svolti da Edilcostruzioni e richiederanno un arco di tempo pari a diciotto mesi circa: a quel punto, quindi, i cantieri verranno chiusi e si potrà garantire un nuovo assetto infrastrutturale.
Padova: Progetto Chilometro Zero per la zona industriale
Padova vanta una vocazione industriale di primissimo ordine.
L’area manifatturiera della città veneta esiste infatti dal 1946 e si è ampliata nel tempo dalla parte più orientale fino a quella settentrionale: si tratta di una zona che è in grado di competere a livello continentale, con ben 1.300 aziende e una diversificazione piuttosto accentuata dal punto di vista produttivo. È ora giunto il tempo, però, di attuare dei nuovi progetti. La parte nord della zona industriale è interessata da importanti snodi infrastrutturali, con molte autostrade, ma la totale assenza di piste ciclabili che la mettano in contatto con il centro cittadino e la scarsa presenza di punti di ristorazione la dicono lunga sulle innovazioni da apportare.
Imola: nuova raccolta rifiuti per la zona industriale
La zona industriale di Imola sta per subire una profonda rivoluzione dal punto di vista ambientale.
La giornata campale è proprio quella odierna, dunque è appena cominciata la riorganizzazione della raccolta di rifiuti urbani, una iniziativa che beneficia del patrocinio del comune emiliano: in pratica, ben 950 attività industriali e circa 450 famiglie verranno coinvolte dalle modifiche in questione, una raccolta differenziata che promette di essere davvero innovativa. Che cosa cambierà esattamente?
Ragusa: prende sempre più forma la zona industriale
Ragusa, la città più agiata di tutto il nostro Mezzogiorno, sta vivendo una delle fasi industriali più intense della propria storia.
Il comune siciliano è pronto ad avviare la quarta e quinta fase della propria zona produttiva, con opere di urbanizzazione ben mirate: in particolare, l’intento principale è quello di sviluppare pienamente l’agglomerato industriale del Consorzio Asi (Area di Sviluppo Industriale). Il denaro speso per questi investimenti è pari a tre milioni e mezzo di euro, con la possibilità di far accedere nuove imprese.
Zona industriale: in Veneto c’è il Consorzio di Padova
Dirige la pianificazione, la gestione e la commercializzazione di aree industriali in Veneto, che comprendono quasi 3.800.000 mq. Il suo comprensorio è stimato in 10.500.000 mq.
E’ il Consorzio Zona Industriale di Padova (ZIP), le cui iniziative si concretizzano anche grazie alla partecipazione delle amministrazioni locali, che vengono caratterizzate dalla presenza di un unico soggetto che gestisce ogni singola area. Questo unico soggetto, inoltre, si occupa della vendita dei lotti e della futura gestione degli stessi.
Il Consorzio Zona Industriale e Porto Fluviale di Padova:
è un ente pubblico, fondato nel 1956, che si è fatto promotore di progettare e realizzare la più grande area industriale del Nordest italiano.
Zona industriale Apuana
Zona industriale Apuana.
Questo territorio si trova fra Massa e Carrara ed è formato da 822 ettari, 550 dei quali vengono sfruttati per attività produttive.
La zona industriale Apuana “ospita” una notevole concentrazione produttiva della provincia di Massa-Carrara ed ha rappresentato una delle prime forme di dirigismo economico nella creazione di aree produttive attrezzate.
Zona industriale di Catania
Zona industriale.
Con l’espressione Zona industriale di Catania si intende l’area a sud della città etnea, denominata Pantano d’Arci che arriva quasi alla sponda nord del fiume Simeto, nella quale risiede una parte delle imprese industriali locali più importanti.
I confini dell’area sono delimitati a nord dall’Aeroporto di Fontanarossa, ad ovest dalla ferrovia Catania-Siracusa a sud dalla Tangenziale di Catania e ad est dalla Strada Statale 114 Orientale Sicula.
La Zona industriale di Catania sorge in quello che fino agli Anni 30 era un territorio acquitrinoso, formato dalle piene del Simeto e dai suoi affluenti. Le paludi e i piccoli laghi che si erano costituiti vennero bonificati e diventarono grandi aree coltivabili.