Taglio dei metalli: scalpelli, raschietti e abrasivi

Il taglio dei metalli può essere ottenuto in maniera perfetta grazie all’utilizzo delle lime, ma anche mediante gli scalpelli, i raschietti e gli abrasivi a mano.

Per quel che concerne gli scalpelli, c’è da dire immediatamente che essi sono realizzati in genere in acciaio legato (soprattutto cromo), con l’estremità tagliente temprata e rinvenuta: la sezione della barretta rettangolare, inoltre, presenta degli spigoli eliminati, mentre il tagliente curvo è a grande raggio e talvolta di forma piana. Possiamo dividere, dunque, gli scalpelli propriamente detti e gli ugnetti. I primi hanno un tagliente largo e i secondi uno stretto, adatto, in particolare, per produrre delle solcature.

Al contrario, i raschietti sono realizzati in acciaio di carbonio, o meglio sono temprati alle estremità taglienti e servono per lavorare a mano le superfici molto esatte. Dopo la tempra si affilano su delle apposite arrotatrici e quindi su pietre a olio o d’India, su cui si passano man mano che è necessario ripristinare lo spigolo. Si possono suddividere, poi, in raschietti per superfici piane, per superfici curve e per diedri. Le lavorazioni manuali relative al taglio dei metalli si realizzano attraverso gli abrasivi: si tratta in pratica di polveri o lime che consentono di rendere più agevole questa stessa attività.

Le polveri abrasive, in particolare, sono mescolate con grassi oppure degli oli e vengono stese, a seconda della forma della superficie che deve essere lavorata su piani, cilindri o cuscinetti di rame, ghisa e alluminio: si procede poi alla pressione su di essi attraverso dei cilindri di acciaio. Infine, si può parlare anche della levigature su macchine utensili: le polveri abrasive sono ancora una volta le più indicate, con i pezzi che vengono levigati su dischi piani, in serie di tre come i piani di riscontro, per lo più di ghisa dolce, rame, piombo, oppure anche le sostanze plastiche (per i metalli molto dolci è però preferibile l’acqua).